Interviste ad Alberto Conterio

venerdì 26 novembre 2010

Per ricordare la figura della donna Elena di Savoia

Per ricordare la figura della donna Elena di Savoia

Domenica 28 novembre, ricorre la morte della Regina Elena di Savoia, desidero ricordarla perche in questa società di egoismo, arroganza e invidia, la sua figura possa esserci di esempio illuminato ogni giorno.

Sua Maestà la Regina Elena nacque l’8 gennaio 1873, Jelena Petrović Njegoš, divenendo la seconda Regina d’Italia nel 1900, dopo aver sposato nel 1896 il Principe Vittorio Emanuele. 


Di animo sensibile e indole pratica, la Regina Elena si tenne sempre lontana dalla politica e dalla mondanità. Profuse il suo impegno in iniziative caritative e assistenziali per tutta la sua vita.
Quando Messina fu colpita dal disastroso terremoto e maremoto nel 1908, Elena si dedicò alla città totalmente. Durante la Grande Guerra divenne infermiera a tempo pieno trasformando il Quirinale in un ospedale. Per reperire i fondi necessari, arrivò ad inventare la "fotografia autografata"
Finanziò opere benefiche a favore degli encefalitici, per madri povere, per i tubercolotici, per gli ex combattenti.
L'impegno contro le malattie era un dovere che sentiva profondamente, tanto da studiare medicina, e promuovere negli anni iniziative per la formazione e l'aggiornamento professionale dei medici e degli operatori sanitari, per la ricerca contro la poliomielite, per il morbo di Parkinson e soprattutto contro il cancro. Nel 1941, le venne riconosciuta la laurea honoris causa.
Il 15 aprile 1937 Papa Pio XI le aveva già conferito la Rosa d’oro della Cristianità, la più importante onorificenza possibile a quei tempi per una donna da parte della Chiesa Cattolica.

Morta in esilio nel 1952 a Montpellier in Francia, fu definita da Papa Pio XII “Signora della carità benefica”. E’ sepolta come suo desiderio, in una comune tomba nel cimitero cittadino di Montpellier. L'intera città si fermò per assistere e partecipare al suo funerale. La Municipalità di Montpellier ha intitolato il viale che porta al cimitero alla Regina Elena e le ha innalzato un monumento.
Sempre un monumento, in marmo bianco di Carrara, le è stato dedicato a Messina nel 1960 con una sottoscrizione popolare in memoria del suo impegno nella tragedia del 1908

Nel 2001, in occasione dell’apertura delle celebrazioni per il 50º anniversario della morte della Regina Elena, il Vescovo di Montpellier ha avviato la fase diocesana del suo processo di canonizzazione.
Nel 2002, Poste Italiane le hanno dedicato - a favore dello studio per lotta al cancro - uno splendido francobollo.

La figura di Elena colpì l'immaginario di molti scrittori, come Antonio Fogazzaro, Luigi Capuana e Bersezio.
Ada Negri l’ha ricordata ne “L'anello d'acciaio”, mentre il musicista Giacomo Puccini dedicò alla Regina Elena "Madama Butterfly".
Poeti come Giovanni Pascoli, Gabriele d’Annunzio e Diego Calcagno hanno cantato le sue Lodi.

Con alcuni versi di quest’ultimo, la vogliamo ricordare oggi con rispetto e gratitudine :

“ (…)Tutto è finito.
Come nella vita fosti discreta, silenziosa e assorta
così, Regina mia, Tu sei partita e così, nell'esilio, Tu sei morta.
Il passato che odora di cedrina oramai vibra dell'amor per Te...
Ma se si vive male senza il Re, come si vive senza la Regina? ".

Alberto Conterio - 26.11.2010

lunedì 22 novembre 2010

Pasticcio istituzionale tutto repubblicano

Prendendo spunto da quanto pubblicato su un Blog, circa l’attuale situazione istituzionale italiana, riprendiamo gli argomenti tentando di approfondire il discorso con la nostra opinione e osservazioni in merito. Per fare ciò, non è necessario conoscere il Diritto Costituzionale per capire appunto, che l’attuale crisi del governo mette in evidenza una profonda crisi istituzionale.


Che questo venga fatto passare sotto silenzio, non deve sorprendere, perché evidenziarlo, renderebbe consapevoli i cittadini tutti che l’intero edificio repubblicano sta infatti ormai crollando.
Gli ultimi eventi “Fini – Berlusconi – governo – elezioni anticipate” lo confermano.
Vediamoli nel dettaglio :

1)      Non era mai successo che i Presidenti di Senato e Camera fossero convocati al Quirinale prima ancora delle dimissioni del Presidente del Consiglio. Questa convocazione dovrebbe avvenire solo dopo l’eventuale sfiducia dell’esecutivo in Parlamento. Non è una questione di forma, ma di sostanza, che ha un pesante significato politico. Il Presidente della repubblica si è sostituito in questo caso al Parlamento, con il chiaro intento di condizionare la normale dialettica politica, alterandone il percorso naturale. E se il governo Berlusconi dovesse riuscire ad ottenere ancora una volta la fiducia ? Ci troveremo davanti ad una situazione surreale e comica, in cui le tre più alte cariche dello stato apparirebbero inutili. Alle volte la realtà supera l'immaginazione, e se davvero dovesse succedere che il governo superi il voto della fiducia in Parlamento, il Presidente della repubblica potrebbe rimanere sommerso da attacchi politici ironici e satirici. Visto che in Italia però, non esiste una vera Libertà di Stampa (non per colpa di Berlusconi ma del regime repubblicano) il potere potrebbe riuscire a controllare le critiche e la satira, ma resterebbe il danno di immagine.

2)       Il Presidente della repubblica ha ricevuto il Presidente della Camera, che è anche l'artefice della eventuale caduta del Governo. Possibile che Napolitano non capisca quanto sia delicata e imbarazzante la posizione di Fini ? A quale titolo Napolitano riceve Fini ? Fini poi, quando dialoga con Napolitano, si presenta quale Presidente della Camera o da leader di partito ? Insomma, come può Fini andare al Colle per esprimere un parere sulla crisi del governo, quando la crisi stessa dipende da lui.

3)      Occorre inoltre sottolineare che Fini ha potuto costituire un nuovo partito, facendo leva sulla sua funzione di terza carica dello Stato. La presidenza della Carica insomma, è diventata un trampolino preferenziale e protetto per creare nuovi partiti ?

4)      Il Presidente della Camera, invece di garantire il corretto funzionamento delle Camere, è diventato un elemento di disturbo del suo funzionamento. Fini, non solo è l'artefice della crisi di governo, ma è entrato in conflitto anche con il Presidente del Senato.

5)      Parlando di responsabilità istituzionale, siamo sicuri di doverla pretendere soltanto da Berlusconi ? Perché non chiedere a Napolitano cosa pensa del comportamento del Presidente della Camera? Chi pretende di rappresentare le istituzioni al di sopra della politica, dovrebbe riconoscere nel comportamento di Fini una anomalia, in quanto il Presidente della Camera sta facendo politica andando ben oltre le prerogative della sua carica.

6)      Avendo finora difeso sempre la figura di Fini, Napolitano dimostra di fare politica.
Il motivo è che Napolitano e Fini si sostengono a vicenda perché ambedue fanno opposizione al Presidente del Consiglio.

7)      L'aspetto più importante, è che la posizione di Fini quale Presidente della Camera e di capo di un partito che provoca la crisi del governo in carica, scopre un nervo sensibile di questa repubblica. Il problema infatti, è rappresentato dal fatto che per esercitare il potere di sciogliere le Camere, il Presidente della repubblica deve ascoltare le opinioni dei Presidenti dei due rami del Parlamento, il che significa che Napolitano ha l'obbligo di ascoltare preventivamente Fini, che in questa faccenda non può essere al di sopra delle parti perché direttamente parte in causa con i suoi interessi.

Questo significa che questa repubblica è un’oligarchia in cui è impossibile parlare di equilibrio istituzionale. Invocare questo equilibrio quindi diventa un esercizio inutile. L’equilibrio istituzionale deve valere in ogni circostanza e per tutti.
L’equilibrio istituzionale è garantito soltanto quando il Capo dello Stato è un Sovrano. Un Re al di sopra della politica perché non eletto, che trae il suo prestigio e legittimità proprio dalla capacità di essere imparziale. Nessuno può accusarlo di favorire una fazione politica. La Monarchia insomma è la migliore garanzia di equilibrio istituzionale e quindi di democrazia !

Alberto Conterio - 18.11.2010

martedì 9 novembre 2010

Politica oggi !

Politica oggi !

Dopo aver assistito attonito ieri sera 8 novembre 2010 alla trasmissione “Porta a Porta” di Bruno Vespa, posso avanzare l’opinione (mia personale per carità) che il quadro politico nazionale sia ormai così tanto deteriorato che parlare di politica in senso lato, pare un eufemismo. In questa disastrosa situazione desidero però riportare a galla dalla mia memoria, alcuni ricordi di bambino per fare un paragone, cercando di capire quale può essere i “disegno di insieme” che spinge la quasi totalità della classe dirigente attuale all’irresponsabilità e al perpetuo ed incomprensibile litigio.


Quando ero piccino dicevo, e non parliamo di due ere geologiche fa, potevo essere a volte, spettatore involontario di alcune trasmissioni politiche che tanto appassionavano papà. Di solito ciò succedeva in concomitanza di un appuntamento elettorale, ma potevano essere anche trasmissioni a programma, in cui i rappresentanti dei vari Partiti dell’allora arco costituzionale, andavano in Tv per esporre le loro idee, i loro provvedimenti su particolari problematiche del Paese o proposte alternative al governo.
Ricordo anche lo schema generale di queste “tribune politiche” così venivano chiamate. C’èra un conduttore che fungeva da moderatore che proponeva dei temi o poneva particolari domande, ed un certo numero di politici che in un ordine quasi religioso, rispondevano o esponevano il loro pensiero.
Certo erano trasmissioni poco vivaci per noi bambini, che viste attraverso il filtro di uno schermo in bianco e nero, potevano apparire di una noia mortale e condurre al sonno anche la persona adulta più vispa ed interessata. Erano comunque trasmissioni in cui la politica praticata a Montecitorio usciva dall’aula parlamentare ed entrava nelle case degli elettori per parlare agli italiani e farsi capire. Gli argomenti - per quanto astratti e incomprensibili ai più - erano riconducibili ai problemi che viveva il Paese reale e la gente comune. I politici poi, si arringavano tra loro duellando con le sole armi della correttezza professionale loro, basate sull’ideologia di fondo, le proposte e la dialettica.
Poteva in talune occasioni mancare una proposta, ma il buon politico aveva dalla sua l’ideologia di origine alla quale aggrapparsi facendo uso delle sue capacità dialettiche. Altri politici, meno bravi con la favella, potevano sopperire con idee e proposte di peso. Epici gli scontri nel tempo, che videro contrapposti personaggi del calibro di Almirante, Berlinguer e Andreotti, ma anche Craxi e Pannella fino ad arrivare a Bertinotti, che confesso è un politico di cui oggi sento la mancanza, e che pur non condividendone le idee di principio, ho sempre ascoltato volentieri. 


Quando la trasmissione terminava, e si spegneva il televisore, se si era persona attenta ed interessata si poteva tirare autonomamente delle somme, traendone un’opinione, basata appunto su proposte e capacità di esposizione dei vari personaggi, che filtrate attraverso le idee politiche proprie, consentiva al telespettatore d’avere un’opinione, o di essere nella condizione di effettuare una scelta elettorale convinta.

Confesso candidamente che ieri sera, quando, terminata la trasmissione, ho imboccato la via del riposo, in testa avevo soltanto confusione e una serie di quesiti irrisolti.
Probabilmente, passando gli anni, devo aver perso la freschezza e la rapidità del comprendere, ma ritengo che certi spettacoli circensi, abbiamo bisogno in primis di un domatore qualificato, per evitare che lo spettacolo venga tramutato in rissa. Viene da pensare infatti, che Bruno Vespa riceva una ricompensa tanto più alta quanto alto è il livello di caos in studio.
E poi, possiamo parlare di politica quando nei primi 30 minuti di trasmissione, due ministri dell’attuale governo ed un deputato della coalizione di maggioranza governativa litigano per un motivo incomprensibile davanti ad altrettanti rappresentanti dell’opposizione ? L’opposizione poi ritiene d’essere una opzione credibile se, invece di intervenire a domare il mancato “incontro di pugilato” avvantaggiandosi con proposte serie e fattibili, non ha fatto altro che cavalcare l’onda disfattista al grido di  “tanto peggio tanto meglio” ?

Che dire poi degli invitati che entrano in pista a sorpresa - come fossero clown - “disturbando” le eventuali (poche per la verità) esposizioni compiute ? Che facciano parte del copione anche loro ?
Pare di si. Tutti e tutto sembra, debbano contribuire per quanto possibile a occultare le responsabilità e l’incapacità conclamata di questa classe politica ed il suo enturage fatto di interessati leccapiedi e portaborse. Il caos allora acquisisce l’importanza necessaria a nascondere agli italiani la realtà, a nascondere il baratro in cui stiamo già precipitando. 
Completa questo quadro per nulla edificante, un pubblico “selezionato”, che in sala applaude a tratti. Ma cosa applauda, chi e perché lo fa però, non ci è dato di sapere !
Perché dico pubblico selezionato ?
Perché, se mai dovessi assistere dal vivo ad una vergogna simile, non ci impiegherei un minuto ad utilizzare le mie scarpe (come si fece in Iraq) per risollevare il livello di credibilità di questo Paese !
E sarebbero due scarpe non sciupate credo, utili forse a fornire ai maggiori quotidiani mondiali una notizia da prima pagina valida ad occultare almeno per un giorno, la vergogna espressa da questa repubblica nel mondo intero, contribuendo a risollevare dal liquame in cui sono immersi l’onore di un popolo e la dignità di una nazione !

Alberto Conterio - 09.11.2010

Pubblicato su : Politicamentecorretto.com

lunedì 8 novembre 2010

Monarchico ? ...si grazie !

Di recente ho avuto un contatto con una conosciuta personalità politica locale. Non posso dire di non aver provato soddisfazione per le lusinghe avute.
È chiaro che anche al giorno d’oggi, le idee, il senso pratico ed il buon senso sono ancora valori ricercati e determinanti per farsi notare. Sapere d’essere ben valutati per queste caratteristiche non può che far piacere. In politica però, anche i complimenti hanno un costo, una contropartita insomma !


L’offerta di poter collaborare, prevedeva se non l’abiura, almeno la certezza che le mie idee e preferenze istituzionali volte alla monarchia restassero celate… “ tu sai quanto possono essere negative in termine di preferenze al partito queste tue idee nell’immaginario popolare” mi è stato ricordato senza troppi complimenti !
Comprensibile dal punto di vista dell’attuale politica, …anzi molto comprensibile. Si tratterebbe di dover ammettere che la monarchia e Casa Savoia nel nostro Paese alla deriva, sono ancora un valore, dopo 50 anni passati a demonizzarli.
Non ho voluto essere scortese, ma allo stesso modo non ho impiegato che tre secondi appena per assicurare a questa brava persona che non avrebbe dovuto preoccuparsi in merito.
Ricordando un brano scritto da Salvator Gotta, ho risposto molto semplicemente che non avrei mai  potuto accettare l’offerta nascondendo - ciò che del resto è risaputo - la mia fede monarchica e Sabauda. Io che sono piemontese di sangue e di spirito, non potrò mai nascondere il legame quasi religioso che mi unisce ai secoli di storia nei quali l’augusta Casa di Savoia ha retto paternamente e gloriosamente le sorti della nostra terra prima e dell’Italia poi.
L’espressione di stupore prima, trasformatasi rapidamente in sufficienza sul volto dell’interlocutore, mi ha fatto immediatamente capire quanto i valori nel nostro Paese siano condizionati oggi dalla politica che li esprime. Non ho rimpianti comunque, provo solo tristezza per questo nostro povero Paese, non sono alla deriva, ma allo sfascio perché precluso nelle scelte possibili a prescindere.
A tutte quelle persone che pur credendosi monarchiche, per opportunità politica si definiscono soltanto “liberali di vecchio conio” o nel peggiore dei casi “conservatori” nascondendo la loro natura, raccomando di non fingere. Voi non siete mai stati monarchici, di cosa vi dovere preoccupare?

Alberto Conterio - 08.11.2010